Vaccini in farmacia. In Liguria oltre 1500 pazienti in lista. Ecco cosa fanno farmacie e farmacisti

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Sono oltre 1.500 le prenotazioni per le inoculazioni del vaccino nelle farmacie ligure. Federfarma Liguria: un dato che dà l’idea della richiesta verso il nostro canale

Sono oltre 1.500 le prenotazioni per le inoculazioni del vaccino nelle farmacie della Liguria. Un dato estratto domenica mattina che riguarda la prima mezza giornata di apertura delle registrazioni e che quindi è solo parziale. Ma «dà l’idea della richiesta da parte della popolazione verso il nostro canale» spiega ElisabettaBorachia, presidente di Federfarma Liguria, alla vigilia dell’avvio del progetto, che vede le farmacie inserite come punti di vaccinazione sul territorio (Pvt) nella rete regionale. Intanto, è in corso la discussione sull’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari a contatto con i cittadini e la richiesta, avanzata da più parti, di uno scudo penale per chi inocula il vaccino.

In Liguria da martedì somministrazioni in farmacia in presenza del medico

«Oggi pomeriggio è prevista la consegna delle dosi vaccinali da parte dei magazzini della distribuzione intermedia, che le stanno ritirando dagli hub regionali, e da domani le farmacie sono pronte a partire attivamente» fa il punto Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria. La possibilità di prenotarsi e di «selezionare la farmacia come punto di vaccinazione territoriale è partita da domenica mattina e nell’arco di poco tempo le richieste sul nostro canale erano oltre 1.100. Il dato è parziale ma dà l’idea dell’orientamento dei cittadini». Nella giornata di martedì «saranno 52 le farmacie nelle quali saranno avviate le prime somministrazioni, ma nel corso della settimana saliranno a 57» e successivamente sono pronte ad aggiungersene altre. «Per ora, anche a causa degli ultimi tagli alle forniture da parte di Astrazeneca, sono circa 2000 le dosi assegnate al canale per questa settimana». A ogni modo, «le vaccinazioni potranno avvenire all’interno della farmacia, se questa dispone di locali adeguati, ma anche presso sedi esterne situate nelle adiacenze, quali per esempio studi medici convenzionati, altri locali pubblici, sedi di associazioni di volontariato». Come si ricorderà, il progetto ligure è partito sulla base di un accordo siglato il 17 febbraio, come risultato di trattative condotte a partire da dicembre. Il modello realizzato vede quindi come cornice normativa la Legge di Bilancio 2021, in cui c’è la supervisione della seduta vaccinale da parte del medico che effettua l’inoculazione e l’anamnesi. «Quando il decreto Sostegni sarà completato con i protocolli attuativi» aveva spiegato a F-online Francesca Massa, direzione Federfarma Liguria, «l’accordo sarà adattato alle nuove disposizioni, d’intesa con la Regione». Per il momento, «non c’è il coinvolgimento dei medici di medicina generale, ma solo quelli in libera professione» o pensionati volontari.

Il Protocollo: ecco cosa faranno i farmacisti

In merito alle attività da effettuare all’interno del punto vaccinale, «compito della farmacia è l’organizzazione generale del Pvt, sia per gli adempimenti amministrativi e che per quelli più legati alla professione, come la preparazione delle dosi. Si parte dalle attività amministrative di registrazione e comunicazione dei dati, la gestione del consenso informato e della scheda dati anamnestici, così come la conservazione e tracciatura del vaccino, la preparazione galenica e la predisposizione del materiale necessario all’inoculazione, nonché il conferimento dei certificati vaccinali». Tra gli altri ambiti di attività condivisi con la Regione, «c’è poi la prenotazione in farmacia della vaccinazione tramite l’utilizzo del programma informatico regionale, per i cittadini over 80 e per tutte le fasi successive e l’attività di sensibilizzazione della popolazione sull’importanza del vaccino anti Covid-19». Un importante ruolo è poi quello «ricoperto dalla distribuzione intermedia: oltre alla consegna delle dosi alle farmacie per le sedute vaccinali, la rete è coinvolta anche nella distribuzione delle dosi ai medici di medicina generale che decidano di inoculare il vaccino presso i propri ambulatori».

Obbligo vaccinale a operatori sanitari e scudo penale: si riaccende il dibattito

Intanto, si riaccende il dibattito sull’obbligo vaccinale agli operatori sanitari a contatto con i pazienti. La discussione è ripartita dopo le dichiarazioni del premier Mario Draghi di venerdì e le intenzioni, da parte del Governo, di mettersi al lavoro per studiare misure che lo introducano. Un tema delicato su cui sono impegnati anche il Dicastero Giustizia, Salute e Lavoro, per vagliare i profili di costituzionalità, l’opportunità (date per esempio le difficoltà di approvvigionamento dei vaccini) e le eventuali ricadute (su indennizzi, assicurazione, scudo penale, e così via). Al momento, le ipotesi – tra cui c’è anche quella più soft di un cambio di mansioni per chi rifiutasse il vaccino – riguarderebbero medici e infermieri strettamente impegnati nell’assistenza ai cittadini, ma resta da capire se non possa toccare anche altre figure sanitarie, nel momento in cui entrano più direttamente in contatto con il paziente. Tra i temi sul tappeto, c’è poi la richiesta, avanzata da più parti e richiamata oggi dalla Fnomceo, del cosiddetto scudo penale per chi inocula il vaccino. Una proposta, questa, che era stata avanzata anche da Fofi, nel momento in cui è stata delineata la figura del farmacista vaccinatore.

Francesca Giani

Fonte: Farmacista 33