Dispensare farmaci da prescrizione senza ricetta è un enorme rischio per la salute e la vita del cittadino, e produce un danno al farmacista e alla professione
Mettere nelle mani del paziente un qualsiasi farmaco soggetto a prescrizione senza la ricetta significa esporre a un enorme rischio in primo luogo la salute e la vita del cittadino, oltre che produrre un danno a sé stessi e alla professione. Significa, di fatto, consegnare una terapia, senza che ci sia stata una presa in carico da parte del medico, una diagnosi e un controllo anche su eventuali interazioni. È questa la riflessione di Francesco Imperadrice, presidente del Sindacato nazionale farmacisti non titolari, Sinasfa, all’indomani della notizia, uscita sui quotidiani di ieri, dei due fratelli belgi trovati morti in una stanza di un hotel a Firenze. Secondo la ricostruzione delle agenzie (nel momento in cui questa testata chiude), nell’inchiesta risulterebbe indagato per omicidio colposo un farmacista che, sabato, avrebbe venduto, senza prescrizione medica, a uno dei due fratelli, due confezioni di un analgesico oppioide a base di ossi codone. L’ipotesi è che tra sabato e domenica i due giovani abbiano consumato 42 dosi del farmaco insieme ad alcol. Una vicenda comunque su cui sono in corso indagini ed esami tossicologici.