Dall’analisi dei farmaci che assume il paziente, per avvisare su eventuali interazioni, all’aderenza terapeutica, fino alla transizione da diversi livelli di cura: sono vari gli ambiti del ruolo ampliato del farmacista
La gestione della terapia farmacologica prevede, per i farmacisti, una collaborazione interprofessionale che assicuri ai pazienti e alle loro famiglie le migliori cure e una qualità di vita ottimale. Nella pratica, dunque, il ruolo del farmacista va oltre la distribuzione dei farmaci e implica conoscenze, competenze cliniche, professionalità e capacità comunicative, per consigliare adeguatamente i pazienti e fornire loro le informazioni di cui hanno bisogno. Ad affrontare il tema è un articolo pubblicato su PharmacyTimes dal farmacista Gail Orum-Alexander.
La personalizzazione delle cure
Secondo l’esperto, negli ultimi vent’anni l’assistenza sanitaria è andata incontro a un importante cambiamento verso la personalizzazione e la collaborazione, con miglioramenti evidenziati negli outcome dei pazienti, nell’efficienza dei servizi e nella soddisfazione professionale. In questo cambiamento il farmacista ha visto crescere il suo ruolo come componente essenziale del team multidisciplinare che si occupa del paziente e uno dei modi in cui contribuisce di più è attraverso la gestione della terapia farmacologica, che punta all’utilizzo efficace e sicuro dei farmaci.
Una volta ottenuta la prescrizione di un farmaco, infatti, è essenziale che i pazienti abbiano informazioni su come assumerli, quali effetti potrebbero avere e quali rischi devono conoscere. Tuttavia, spesso un paziente può avere più medici prescrittori ed è fondamentale che il farmacista esamini e valuti tutti i farmaci che assume un paziente. Lo stesso accade quando le persone invecchiano o sviluppano più malattie croniche, per cui dovranno assumere molti farmaci, con il rischio di interazioni.
L’aderenza terapeutica
Il paziente, poi, potrebbe dimenticare di assumere un farmaco o smettere di prenderlo, andando incontro al problema della non aderenza, con un declino della qualità della vita. In questo caso, il farmacista deve avere una comunicazione aperta con il paziente per intercettare eventuali criticità. La gestione della terapia farmacologica è utile anche per le transizioni di cura, che comportano il passaggio di un paziente da un tipo o livello di cura a un altro, per esempio dall’ospedale a una struttura di riabilitazione.
Una collaborazione efficace tra farmacisti, infermieri e medici si traduce, dunque, in una maggiore efficienza e una riduzione dei costi. E se i farmacisti lavorano con i pazienti e i medici per determinare il miglior corso d’azione per la terapia farmacologica, i medici avranno più tempo da trascorrere con i loro pazienti. Infine, secondo Orum-Alexander, si deve prendere in considerazione il fatto che il numero di nuove terapie che arrivano sul mercato ogni anno è alto e la competenza del farmacista come risorsa nell’introduzione e nella gestione di un nuovo farmaco è estremamente preziosa.
Fonte:
Orum-Alexander G. et al., Medication Therapy Management: How pharmacists are personalizing patient care. https://www.pharmacytimes.com/view/medication-therapy-management-how-pharmacists-are-personalizing-patient-care