CHE COS’E’ L’OMEOPATIA
L’ omeopatia, dal greco ómoioV = simile e πατóς = malattia, è una metodica medica basata sul principio della similitudine
ed utilizza le sostanze terapeutiche a dosi molto piccole (infinitesimali) ; ad esempio, il caffé che generalmente disturba il sonno,
a dosi omeopatiche viene usato proprio per il trattamento di alcuni tipi di insonnia.
A dosi infinitesimali, infatti , è stata osservata la cosiddetta inversione dell’effetto :
molta sostanza = azione nociva, poca sostanza = azione curativa. In altre parole la sostanza che intossica un uomo sano lo fa guarire se gli si somministra la stessa sostanza a dosaggi bassissimi (a forti diluizioni).
L’omeopatia, a differenza della medicina ufficiale che mira a sopprimere le cause nocive che provocano le malattie, agisce
curando il malato ed il suo compito è quello di stimolare le difese dell’organismo. Può essere, quindi, la terapia di scelta
quando l’organismo è ancora suscettibile di una risposta agli stimoli terapeutici e quando non è presente uno stato lesionale profondo ed irreversibile.
Può essere definita anche “medicina integrativa” in quanto integra e non sostituisce la medicina ufficiale con la quale può
cooperare in virtù del fatto che agisce in modo differente.
I medicinali omeopatici sono realizzati con sostanze di origine vegetale, animale e minerale e la loro nomenclatura, accettata
in tutto il mondo, è in latino.
Uno dei motivi che portano il mondo scientifico a guardare con diffidenza l’omeopatia è sicuramente quello di non riuscire a
capire il perché i medicinali omeopatici siano efficaci nonostante la forte diluizione. Ancora oggi, nonostante siano state fatte
varie ipotesi in tal senso, non si riesce a dare una risposta scientificamente dimostrabile.
Il Ministero della Salute, vista la diffusione sempre più crescente dell’omeopatia, pur non essendo mai stata riconosciuta
un’efficacia terapeutica dei medicinali omeopatici, ma prendendo atto che essi si caratterizzano essenzialmente per le
finalità terapeutiche perseguite attraverso la somministrazione all’uomo, ha ritenuto opportuno emanare delle norme atte a
garantire la tutela della salute pubblica che regolamentano la loro produzione ed il loro commercio (D.Lvo 185/95 e L 347/97).
Senza dubbio, e ci auguriamo presto, si riuscirà a dare scientificità all’omeopatia e così essa, finalmente uscita dall’essere considerata medicina “miracolistica”, potrà affiancare la medicina ufficiale con pari dignità contribuendo in modo considerevole
al benessere del malato e al ripristino del suo equilibrio psico-fisico.
STORIA DELL’OMEOPATIA
La nascita dell’omeopatia è legata alla figura di Samuel Hahnemann.
Nato in Germania nel 1755 , laureato in medicina nel 1779, nel 1789 Hahnemann abbandona la professione medica perché
convinto che le terapie correnti dell’epoca fossero inutili o dannose.
Inizia così il lavoro di traduzione di testi scientifici che gli aveva già dato da vivere quando era studente. E’ proprio questo tipo
di lavoro che lo ha portato a conoscenza delle osservazioni di un noto medico scozzese di nome Cullen sugli effetti della
china che, negli operai addetti alla lavorazione di tale sostanza, produce febbri di tipo malarico, cioè simili a quelle che è in
grado di curare.
Nel 1790, Samuel Hahnemann iniziò a verificare le affermazioni di questo medico, usando se stesso come cavia.
Egli assunse della china a dosi ponderali e scoprì sperimentalmente che effettivamente tale sostanza è in grado di curare quei sintomi che si osservano dopo la somministrazione della stessa a dosi ponderali e prolungate in soggetti sani.
Hahanemann, infatti, dopo l’assunzione di china ebbe una sintomatologia del tutto simile a quella della malaria; sintomatologia
che si ripeteva solo dopo l’assunzione di china e cessava con l’interruzione della somministrazione.
Era la conferma, seppure parziale, della legge di Ippocrate e cioè: Similia Similibus Curantur ed era il passo iniziale
della nascita dell’omeopatia.
Hahanemann andò avanti con le sue ricerche ed ottenne lo stesso risultato con numerose altre sostanze.
PRINCIPI FONDAMENTALI DELL’OMEOPATIA
I principi fondamentali su cui si basa l’omeopatia sono:
1. LEGGE DELLA SIMILITUDINE
Dai suoi studi, ovviamente empirici, Hahnemann ebbe la conferma: ciò che intossica può poi guarire se somministrato a
dosaggi molto bassi.
Nel momento in cui Hahanemann ha verificato la legge di inversione dell’effetto delle sostanze secondo la dose, ha compiuto
solo il passo iniziale della fondazione dell’omeopatia.
Infatti, il farmaco omeopatico ha non solo la possibilità di curare le intossicazioni, ma riesce a curare le malattie che presentano sintomi simili a quelli dell’intossicazione provocata da quel farmaco.
Verificando sperimentalmente tale ipotesi, Hahanemann ha definitivamente dimostrato il principio teorico dell’omeopatia: la cosiddetta legge della similitudine.
In definitiva per trattare omeopaticamente un malato è necessario stabilire una similitudine tra il suo quadro sintomatologico e
il quadro tossicologico provocato in un soggetto sano da una certa sostanza.
2. PATOGENESI
Hahnemann notò inoltre che molte gravi intossicazioni si somigliano tra loro, ma rilevò che intossicazioni con bassi dosaggi
danno quadri sintomatologici più fini e particolareggiati, ben distinguibili gli uni dagli altri.
Con il termine patogenesi, egli intende identificare le intossicazioni in soggetti sani, ottenute con bassi dosaggi, a differenza
della tossicologia classica che prevedeva le intossicazioni di soggetti sani con alte dosi.
3. DOSI INFINITESIMALI
Dai suoi studi Hahnemann arrivò anche alla conclusione che una sostanza a dosaggi ponderali manifesta la sua azione
primaria o attiva, mentre a dosaggi infinitesimali ha una azione secondaria o reattiva, cioè funziona stimolando la “reattività”
del paziente.
Oltre alla diluizione (dosaggi infinitesimali ), un altro aspetto fondamentale ed esclusivamente omeopatico è il processo di dinamizzazione che si effettua durante la preparazione del medicinale omeopatico. Tale processo consiste nel sottoporre la diluizione omeopatica ad una serie di succussioni (scosse) e serve a “dare energia al medicamento”. In teoria si potrebbe
ipotizzare che la dinamizzazione attivi il solvente, veicolo del farmaco, permettendogli di conservare le caratteristiche della
sostanza anche quando questa, a causa delle progressive diluizioni, è assente dalla soluzione.
4. LEGGE DI HERING
Formulata da Costantino Hering, famoso omeopata del 1800, esprime il concetto che la terapia omeopatica mira a buttar
fuori la malattia anziché sopprimerla : ” nelle guarigioni vere i sintomi scompaiono nell’ordine inverso a quello in cui sono
comparsi”.
ORIGINE DELLE MATERIE PRIME
Le materie prime utilizzate possono essere di origine vegetale, animale e minerale, nonché prodotti chimici.
1. MATERIE PRIME DI ORIGINE VEGETALE
Le materie prime di origine vegetale sono raccolte preferibilmente nel loro habitat naturale, rispettando le seguenti condizioni:
· Le piante intere, all’epoca della fioritura
· Le foglie, dopo lo sviluppo completo
· I fiori, immediatamente prima dell’apertura totale
· I gambi o steli, dopo lo sviluppo e prima della fioritura
· Il legno, da soggetti giovani al momento della montata della linfa
· Le radici di piante annuali o biennali, alla fine del periodo vegetativo, quelle delle piante perenni prima della lignificazione
· I frutti ed i semi a maturità
· Le gemme, subito dopo lo sboccio
Queste materie prime sono preferibilmente utilizzate allo stato fresco
2. MATERIE PRIME DI ORIGINE ANIMALE
Le materie prime di origine animale sono ottenute a partire da animale sani, senza, cioè, patologie evidenziabili e non trattati farmacologicamente. Esse possono essere costituite da:
· Animali interi
· Loro parti od organi
· Loro secrezioni
1. MATERIE PRIME DI ORIGINE MINERALE E PRODOTTI CHIMICI
Le materie prime di origine minerale e i prodotti chimici possono essere
· Sostanze chimicamente definite
· Sostanze di origine naturale
· Prodotti o miscele ottenuti dalle precedenti sostanze
· Prodotti di origine varia
DILUIZIONI OMEOPATICHE
Attraverso varie tecniche di preparazione, che si differenziano a seconda della materia prima utilizzata, si arriva alle cosiddette Tinture Madri (T.M.).
Le tinture madri sono soluzioni liquide alcoliche e rappresentano il punto di inizio della preparazione dei medicinali omeopatici.
I medicinali omeopatici sono sempre diluiti e sulla loro etichetta ci sono dei numeri seguiti da una sigla che si riferiscono alla diluizione ed alla dinamizzazione del medicinale stesso.
La sigla CH indica la diluizione Centesimale di Hahnemann: una parte di T.M. viene messa in un recipiente contenente 99
parti di acqua e alcool e dinamizzata (agitata energicamente) 100 volte. Di queste 100 parti se ne preleva 1 e si buttano le altre
99. Si è cosi ottenuta la 1CH cioè la prima centesimale. Con lo stesso procedimento, utilizzando un recipiente pulito, si arriva
alla 2CH e così via. La sigla DH indica la diluizione Decimale di Hahnemann.
La sigla K indica la diluizione ottenuta con il metodo del Dr. Korsakoff che è simile alla precedente ma utilizza sempre lo
stesso recipiente.
FORME FARMACEUTICHE E MODALITA’ DI ASSUNZIONE
Tutti i medicinali omeopatici debbono indicare in etichetta per legge il numero di lotto, la data di scadenza, la composizione quali-quantitativa e il nome di laboratorio di provenienza; non è invece presente il foglietto illustrativo proprio perché i medicinali omeopatici non sono specifici per una determinata patologia ma agiscono stimolando la reattività del soggetto.
Le forme farmaceutiche più usate sono:
GRANULI e GLOBULI .
Sono piccole sfere, costituite principalmente di lattosio, dal peso di circa 0,05g. il granulo e 0,005g.il globulo, impregnate con
una determinata diluizione omeopatica.
Sia i granuli che i globuli vanno lasciati sciogliere sotto la lingua possibilmente senza masticare e per motivi igienici è
consigliata l’assunzione con il tappo dosatore; nel caso di bambini molto piccoli possono essere sciolti in un cucchiaio o nel biberon.
La forma e le dimensioni dei granuli permettono di fondere lentamente sotto la lingua e di essere assimilati progressivamente dall’organismo, grazie all’azione della saliva che facilita la dissoluzione e quindi la diffusione del principio attivo.
La posologia è sempre la stessa sia per i bambini che per gli adulti e non dipende dalla quantità di sostanza ma dalla reattività
del soggetto.
I granuli, contenuti in “tubi multidose”, generalmente si assumono più volte al giorno e vengono utilizzati per le basse diluizioni.
I globuli,contenuti in ” tubi monodose”, si assumono generalmente ogni 7,10,15 giorni e vengono utilizzati per le alte diluizioni.
Poiché l’assorbimento di granuli e globuli avviene per via sublinguale,è opportuno assumerli quando il cavo orale è pulito e cioè circa 30 minuti prima o dopo i pasti.
GOCCE
La diluizione omeopatica viene sciolta in una adatta miscela di acqua e alcool.
La quantità prescritta va versata in un dito di acqua e bevuta trattenendo il liquido in bocca per circa 30 secondi prima di
deglutire.
AMPOLLE BEVIBILI
Sono utilizzate prevalentemente per sostanze lito terapiche e organoterapiche.
Il contenuto dell’intera fiala va direttamente sotto la lingua e bisogna attendere qualche secondo prima di deglutire.
Altre forme farmaceutiche usate in omeopatia sono:
· CAPSULE : vanno aperte e vanno assunte seguendo le stesse modalità dei granuli
· SUPPOSTE
· POMATE
· SCIROPPI
· POLVERI : vanno assunte seguendo le stesse modalità dei granuli