Vaccini, nuove indicazioni operative per la campagna

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Le nuove indicazioni per la campagna vaccinale del Ministero della Salute ufficializzano quanto anticipato nella conferenza stampa e sono state inviate ad Asl e Regioni in modo che adeguino i piani regionali

Il vaccino Vaxzevria (Astrazeneca) va somministrato solo a chi ha più di 60 anni, mentre per chi è al di sotto di questa età, anche per la prima dose, la strategia vaccinale raccomandata è rappresentata dai vaccini a mRNA (Comirnaty o Moderna). Per chi poi, under 60, deve ricevere la seconda dose di Astrazeneca, va utilizzato sempre un vaccino a mRna, mantenendo la distanza di 8-12 settimane dalla prima inoculazione. Per quanto riguarda, infine, il vaccino Janssen (Johnson & Johnson), questo viene “raccomandato per soggetti di età superiore ai 60 anni”. Sono queste le nuove indicazioni per la campagna vaccinale contenute nella circolare del Dicastero della Salute, che ufficializzano quanto anticipato nella conferenza stampa di venerdì, e che sono state inviate anche ad Asl e Regioni in modo che «adeguino i piani regionali», come ha spiegato il ministro Roberto Speranza ieri.

Vaxzevria: da “uso preferenziale per over 60” a “raccomandazione solo agli over 60”

Il vaccino Vaxzevria, “approvato da Ema e da Aifa per i soggetti al di sopra dei 18 anni e, finora preferenzialmente raccomandato per soggetti di età uguale o superiore a 60 anni”, da venerdì “viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni” si legge nella circolare del Ministero della Salute, sulla base del nuovo parere del Comitato tecnico scientifico. Viene quindi “rafforzata la raccomandazione per l’uso del vaccino Vaxzevria nei soggetti di età superiore a sessanta anni”. La decisione “trova il suo razionale alla luce del mutato scenario epidemiologico e di alcuni recenti eventi avversi cronologicamente e, verosimilmente, anche eziologicamente, collegati alla somministrazione di questo tipo di vaccino”. In particolare, “la mutata situazione epidemiologica ha determinato una rivalutazione del rapporto benefici-rischi per le fasce di età meno a rischio di forme gravi di Covid-19”. Infatti, se al momento del l’ultimo parere sul vaccino Astrazeneca, “la circolazione virale nel Paese era inquadrabile in uno scenario intermedio, ora lo stesso è riferibile a uno scenario di circolazione limitata”.

Per under 60 (prima e seconda dose) la strategia raccomandata è con i vaccini a mRna

Quindi, continua il documento, “la strategia vaccinale raccomandata nei soggetti di età inferiore ai 60 anni per la somministrazione della prima dose è rappresentata dai vaccini a mRna per i quali, a oggi, non sono stati riportati fenomeni Vitt correlabili alla loro somministrazione”. Stessa indicazione anche per la seconda dose per tutti coloro, di questa fascia di età, che hanno ricevuto come prima dose Astrazeneca: “Sotto i sessant’anni di età, in ottemperanza a un principio di massima cautela e di equo trattamento, si ritiene raccomandabile l’utilizzo di un vaccino a mRNA. La somministrazione della seconda dose a mRna dovrebbe avvenire – sulla base di studi disponibili – a una distanza compresa tra le 8 e le 12 settimane dalla somministrazione della prima dose di Vaxzevria”. Mentre “è raccomandato continuare la somministrazione con il vaccino Vaxzevria nella seconda dose per i soggetti di età superiore a sessanta anni”.

La vaccinazione eterologa per la seconda dose riguarda anche operatori sanitari

Tale indicazione apre di fatto alla vaccinazione eterologa – dove il richiamo è effettuato con un vaccino differente rispetto alla prima inoculazione – e interessa una platea, comprendente anche molti operatori sanitari e insegnanti, che si sono vaccinati indicativamente a partire da fine marzo. Come riferito nella circolare, tale impostazione “trova un suo razionale immunologico e biologico e non appare essere sconsigliabile né sul fronte della sicurezza (reattogenicità), né su quello della immunogenicità. Infatti, i dati attualmente disponibili derivanti da studi condotti in diversi Paesi Europei indicano la capacità di questo approccio di indurre buona risposta anticorpale e un profilo di reattogenicità nel complesso accettabile e non dissimile da quello osservato somministrando due dosi dello stesso tipo di vaccino”.

Janssen raccomandato per soggetti di età superiore ai 60 anni

Tra le questioni oggetto della decisione del Cts c’era anche l’altro vaccino a vettore adenovirale, Janssen: “Pur tenendo conto delle analogie esistenti tra il vaccino Vaxzevria e il vaccino Janssen, per quanto riguarda sia le piattaforme che la tipologia di eventi tromboembolici riportati nella letteratura, lo stato attuale delle conoscenze (che fanno propendere per un rischio associato all’adenovirus), il numero di poco superiore al milione di dosi a oggi somministrate nel Paese e la rarità, anche in ambito Europeo, delle segnalazioni di Vitt a oggi disponibili, non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio relativo al vaccino Janssen, connotato dal vantaggio della singola somministrazione, peculiarità che può risultare di particolare beneficio in determinate categorie di popolazione. Il vaccino Janssen viene raccomandato, anche alla luce di quanto definito dalla Cts di Aifa, per soggetti di età superiore ai 60 anni”. Nel rispetto di questa raccomandazione, “qualora si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione ed in assenza di altre opzioni, il vaccino Janssen andrebbe preferenzialmente utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente”. Il vaccino Janssen, come si ricorderà, è quello utilizzato nelle farmacie in Lazio, partite dal primo giugno con le somministrazioni, e previsto anche in altri accordi regionali. Da parte di Federfarma Roma, come si apprende, è stata già inviata una richiesta di indicazioni alla Regione per capire come far continuare la campagna ed è stata richiamata la massima attenzione alla fase di anamnesi e la necessità di avere una dichiarazione aggiuntiva al consenso informato in cui viene data informazione delle nuove raccomandazioni. E anche da parte di Federfarma nazionale si è in attesa di indicazioni dal Ministero su come proseguiranno le vaccinazioni in farmacia e anche su come gestire i cittadini di età inferiore ai 60 anni già prenotati per la somministrazione del vaccino Janssen.

Speranza: Regioni si adeguino. Farmacie centrali da qui alla fine dell’anno

Dal Cts arriva, infine, anche una indicazione – forse un po’ tardiva – sugli Open Day: “Alla luce delle considerazioni riportate, che determinano un aggiornamento delle valutazioni formulate dal Cts nella seduta dello scorso 12 maggio, il Cts raccomanda che le Regioni ogniqualvolta promuovano eventi Open Day che sensibilizzano alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2, rispettino le indicazioni per fasce d’età, rendendo quanto più possibile l’approccio alla vaccinazione omogeneo sul territorio nazionale”. Intanto, nell’incontro con i giornalisti di domenica, il ministro della Salute Roberto Speranza, ha rafforzato il richiamo alle Regioni ad adeguarsi. «Le nuove indicazioni sono state già inoltrate a Regioni e Asl. Abbiamo un messaggio chiaro su Astrazeneca», sui «vaccini a mRna, che per ora sono Pfizer e Moderna, ma, quando sarà a disposizione, dopo l’approvazione di Ema e Aifa, anche Curevac», e indicazioni su Janssen, per il quale «era già vigente una raccomandazione» per un “uso preferenziale per gli over 60”, come per Astrazeneca. Su queste posizioni «espresse da tutte le nostre autorità scientifiche, chiediamo a tutti gli Enti territoriali di allineare i propri piani regionali costruiti nelle ultime settimane. Il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, nella conferenza stampa di venerdì, ha assicurato che la campagna proseguirà e che le condizioni ci sono, sulla base delle dosi in arrivo». Poi ha aggiunto un’altra riflessione: «l’ausilio farmacie per la campagna è importante e credo nel lavoro che si sta facendo. Nei prossimi mesi dovremo lavorare il più possibile per rendere la campagna ordinaria. In questa prima fase avevamo bisogno di correre e in questo un ruolo essenziale è stato quello dei grandi hub. La nostra strategia, da qui alla fine dell’anno, è di investire sempre più sulle diramazioni capillari e territoriali del Ssn, tra cui le farmacie. Ma aggiungo anche il ruolo fondamentale del Medico di medicina generale, che ha un rapporto diretto, consolidato con il paziente e riesce ad accompagnarlo alla vaccinazione, in maniera fiduciaria. La mia opinione è che sui Mmg, su questi presidi territoriali, dobbiamo investire. Lì dovranno esserci tutti i vaccini a disposizione».

Francesca Giani

Fonte: Farmacista 33